Alla fine di settembre del 2020, Venanzio Truscio, sedicente scrittore di cose patrie e dilettante amatore di scavi archeologici domenicali, parte dalla sua Termoli per esplorare un sito ai confini tra Puglia e Molise. Aggirandosi fra i resti dell’Abbazia di Sant’Agata, nei pressi di un muro diruto, fra le rughe di una storia millenaria, dove le mani dei tombaroli avevano depredato senza tregua, trova il cadavere di una donna. Si tratta di un’avvenente camiciaia di Lucera, antica cittadina del Foggiano, dove a comandare la locale Compagnia dei carabinieri è giunto da poco il tenente Paolo Ruidi, un giovane marchigiano in attesa di comando superiore. L’indagine è sua perché gli alti gradi dell’Arma si fidano del suo talento investigativo pur avvertendolo che si tratterà di un’indagine “spinosa”. Sia come sia, il giovane ufficiale si trova a districare un gomitolo di cui è difficile trovarne il capo. Il provvidenziale e casuale aiuto del maresciallo in concedo Costanzo Ruidi, suo padre, che seguendo una comitiva di pellegrini di Gagliole, Mcrata, giunge alla grotta di San Michele sul Gargano, consentirà di mettere in fila diversi indizi che fanno scoprire sconcertanti verità, a cominciare dalla enigmatica figura di Rutilio Granito, ricco possidente dell’entroterra daunio e massone gaudente.
L’intuito dell’anziano maresciallo e i suoi collaudati metodi di scafato Marlow di provincia consentono di svelare il progetto del massone, che è a capo di una loggia segreta in un paesino del Subappennino, vuole riannodare i fili di una iniziativa che oltre 150 anni pima avevano tentato di sfidare il Vaticano.
NAPOLI, 1869. Per contestare il Concilio Vaticano I, il deputato Giuseppe Ricciardi di origini foggiane organizza l’Anticoncilio cui aderiscono liberi pensatori e massoni da tutto il mondo con l’appoggio di Giuseppe Garibaldi. Presente anche il gran maestro della loggia massonica di Lucera “Luce Apula” voluta proprio per ordine del cosiddetto eroe dei due mondi.
L’indagine finisce per fare gimcana fra passato e presente, scoperchiando con crudo realismo le contraddizioni e le ipocrisie di una cittadina di provincia. Un giallo che ricostruisce con la necessaria tenerezza anche un lato oscuro che avvolge la vicenda: quello sentimentale. La vicenda si fa più oscura con la presenza di un misterioso agente dei Servizi d’Oltretevere. Il colpo di scena finale riuscirà a ristabilire l’ordine naturale delle cose violato?
La nuova sfida del framassone foggiano avviene però sul terreno della sacralità. Don Rutilio, come tutti lo chiamano dalle parti del Monti dauni, ha preso di mira le reliquie del primo Santo pugliese, Francesco Antonio Fasani, venerato dai lucerini e non solo. Vuol dimostrare c he quelle reliquie esposte nella chiesa di San Francesco a Lucera non sarebbero autentici abiti e camiciole indossate dal frate santo: tra i suoi appunti che riguardano il progetto di sfida al Vaticano si trovano riferimenti all’inchiesta sulla massoneria condotta dal Procuratore Agostino Cordova collegandola a un passaggio che chiama in causa Bruno Vespa e sua moglie magistrata di Roma che quella inchiesta archiviò mentre col marito, noto giornalista della Rai, abitava in una lussuosa dimora concessa da Propaganda Fide. Insomma, il piano di sfida prevedeva anche i modi per dare risonanza mediatica all’iniziativa.